Amatrice


Fino a qualche anno fa, ed esattamente fino alla fatidica notte del 24 agosto 2016 quanti avrebbero collegato un classico piatto della cucina romana tradizionale, tra i più famosi al mondo, a un piccolo paese di 2500 anime sull’appennino laziale raso praticamente al suolo in poche ore?

L’amatriciana è nato ad Amatrice, da cui la ricetta prende il nome e lo si può trovare praticamente in tutte le trattorie della capitale, del Lazio e d’Italia (e naturalmente anche nei ristoranti italiani all’estero). L’amatriciana è figlia di una ricetta povera delle terre laziali la pasta alla Gricia (conosciuta anche come cacio e unto). Non è una novità che in questi due anni i migliori chef si siano confrontati con questo piatto, proponendo ricette, tempi di preparazione, tempi di cottura, valori nutrizionali. Forse per questo il comune di Amatrice ha deciso di tutelare la ricetta originale, che è fatta di pochi, semplici ma fondamentali ingredienti con un marchio di origine.

Certamente la discussione sul tipo di guanciale o sulla qualità del pecorino da usare per preparare l’amatriciana può aiutare a promuovere la città e questo è un in aiuto alla popolazione di Amatrice, ma è sufficiente a far rivivere un paese che qualcuno ha presentato come due torri civiche che svettano tra cumuli di calcinacci? Quanto può durare la fiducia e la speranza de superstiti che oggi rappresentano la comunità di Amatrice? Il tessuto sociale non si è ancora ricostruito, mancano i luoghi dove la cultura può offrire motivi di aggregazione, con essa lo spirito della comunità

Ci troviamo di fronte a un dramma di dimensioni tali che qualsiasi idea, anche la più strana, anche la più lontana dal lavoro delle scavatrici e dei tralicci per la ricostruzione, può essere importante. Amatrice Torn è una di queste.

E’ partito in questi giorni un progetto incredibile che può aiutare la comunità a riconoscere la propria identità, a trovare entusiasmo, a riconoscere l’importanza del proprio patrimonio culturale che è dato dai monumenti, purtroppo in parte distrutti, dal paesaggio, gravemente ferito, ma anche dalle tradizioni, dalla memoria che sono vive. Un progetto che riporta Amatrice all’attenzione a livello nazionale e internazionale, in quanto paese gravemente ferito e non solo luogo d’origine di un piatto famoso.

Il progetto Amatrice Torn è una iniziativa che richiama artisti di fama internazionale alla solidarietà verso il paese e la sua terra squartata. Trenta artisti, pittori, fotografi, visual artist, illustratori sono stati chiamati a produrre una loro opera avente il tema della Lacerazione (torn) hanno prodotto l’opera e poi tutti hanno filmato se stessi nell’atto di strapparla quale espressione simbolica della lacerazione della terra.

Ma al momento simbolico, negativo, della lacerazione si accompagna il momento positivo, della ricostruzione: ne è nata una grande performance di rilevanza internazionale: dopo lo strappo i lavori sono stati messi in vendita on line accompagnati da performance di musicisti e altri artisti con l’invito “aiutaci a rimettere insieme i pezzi.

Pensando alla famosa frase di Dostoevskij che nel romanzo“L’idiota”scrisse la bellezza salverà il mondo, il progetto Amatrice Torn ci potrebbe far dire l’arte salverà il mondo. È innegabile che una città e fatta di mura e di anime, di edifici e comunità: il progetto Amatrice Torn concorre a ricreare il tessuto sociale.

Noi di Trehyus.com siamo un piccolo progetto di vendita on line che nelle sue scelte si ispira a quella frase di Dostoevskij e vorremmo portare anche il nostro contributo al progetto Amatrice torn, con i nostri mezzi possiamo farlo promuovendolo e partecipando alla diffusione della sua conoscenza.


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